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La scorsa settimana il settore crypto era stato scosso dal tracollo del token Mantra (OM) legato agli asset RWA. Un improvviso e verticale crollo di più del 90% del valore, accompagnato dalla perdita di 6 miliardi di dollari di market cap.
Il team di sviluppo ha attribuito il disastro alle liquidazioni forzate sugli exchange, che hanno innescato un effetto domino di vendite.
Nel tentativo di salvare il progetto, il team sta mettendo in atto un’operazione di burning per rimuovere definitivamente fino a 300 milioni di token OM dalla circolazione. Inoltre il fondatore e CEO di Mantra, John Mullin, ha iniziato a sbloccare i suoi 150 milioni di OM con l’intenzione di bruciarli completamente.
MANTRA mira a ridurre la supply di 174 milioni di dollari
Ieri, 21 aprile, il progetto ha pubblicato un post sul blog, confermando l’intenzione di eliminare la sua allocazione di token OM. Ha anche annunciato che sono in corso trattative con le principali parti interessate e i partner dell’ecosistema per avviare un ulteriore burning di 150 milioni di token OM.
Se le altre parti acconsentiranno al burning di ulteriori token, il totale eliminato raggiungerà i 300 milioni di OM. Si tratterebbe di 174 milioni di dollari di token rimossi definitivamente dalla circolazione.
Nel post sul blog, si sottolinea che, dopo l’impegno di Mullin della scorsa settimana a effettuare il burning, è stato avviato ufficialmente il processo di sblocco dei 150 milioni di token dal team e dai principali contributori.
I token del Team e dei Core Contributor erano stati messi in staking durante la genesi della mainnet Mantra nell’ottobre 2024, con l’obiettivo di contribuire alla sicurezza della chain. Nel post, il team ha pubblicato tre transazioni come prova dello sblocco dei token OM.
La scorsa settimana Mullin ha promesso che avrebbe effettuato il burning dei token del team, con l’obiettivo di riguadagnare la fiducia persa della community. Ha anche spiegato che non si tratta solo di un’azione simbolica, ma fa parte di un piano più ampio per costruire un ecosistema finanziario che sia affidabile, accessibile a tutti e inclusivo, tutto questo reso possibile attraverso la tokenizzazione.
La community, furiosa, ha reagito negativamente alle dichiarazioni del CEO riguardo ai piani di burning. Samuel McCulloch, conduttore di @leviathan_news, ha espresso il disappunto di molti, rispondendo al post di Mullin su X.
“È insensato. Perché dovresti bruciare i tuoi token? Se non c’è un vantaggio, a cosa serve farlo?”.
Il fondatore di Mantra ha risposto: “Ho un piano. Vedrai, ser”. Ma non ha fornito spiegazioni su come il burning dei token da parte del team possa contribuire a raggiungere gli obiettivi a lungo termine di OM.

Il team ha annunciato nel post che, una volta completato il processo di sblocco il 29 aprile, l’offerta totale di OM sarà ridotta da 1,82 miliardi a 1,67 miliardi di OM.
Il burning avrà un impatto anche sui token messi in staking, che scenderanno da 571,8 milioni a 421,8 milioni di OM. Se il team dovesse convincere i partner dell’ecosistema e le principali parti interessate a effettuare il burining di altri 150 milioni di OM, la supply totale si ridurrebbe ulteriormente a circa 1,52 miliardi.
OM rimbalza e segna un +10% dai minimi post-crollo
Sono stati otto giorni devastanti per gli investitori di Mantra. Il crash improvviso è avvenuto il 13 aprile. Il token OM è precipitato di oltre il 90% da 6,32 dollari a 0,5 dollari.
Il crollo del token OM è stato uno dei più gravi degli ultimi mesi. Non si trattava di una meme coin nata sull’onda dell’hype con dubbia provenienza, ma di un progetto con un forte focus sugli Real-world Assets (RWA), che aveva ottenuto investimenti da parte di venture capitalist e godeva di una forte fiducia da parte della community.
Per questo motivo, il team è stato accusato di aver orchestrato un “rug pull” dopo che erano state individuate alcune transazioni sospette nei giorni prima del tracollo. Ma Mullin e il team di Mantra hanno fermamente respinto le accuse. Hanno attribuito il crollo a una liquidazione aggressiva, incolpando gli exchange centralizzati.
Per cercare di riconquistare la fiducia dei piccoli investitori e dei venture capital, il team di Mantra ha lanciato una dashboard in tempo reale per garantire maggiore trasparenza sul token OM.
Nel post pubblicato il 19 aprile, si legge:
“A seguito degli eventi di mercoledì, è ora disponibile la prima versione della nostra dashboard in tempo reale. È stata creata per offrire una visione chiara e in tempo reale della supply di token $OM, dei wallet operativi e di altre partecipazioni significative on-chain.”
La versione V1 della dashboard fornisce una ripartizione dettagliata di due componenti del progetto: EVM (Ethereum Virtual Machine) e la mainnet di OM.
La dashboard include anche i link ai wallet associati a ciascuno di questi componenti, permettendo agli utenti di vedere i portafogli operativi e le transazioni in tempo reale.
Il team ha anche scritto nel post che verranno introdotte ulteriori funzionalità con la versione V2.
Al momento, il token OM sta scambiando a 0,58 dollari, con un aumento di circa il 10% rispetto ai minimi registrati dopo il crollo improvviso. La sua capitalizzazione di mercato è attualmente di 558 milioni di dollari. Prima del crollo, MANTRA era tra i primi 25 progetti per market cap, mentre ora si trova al 130° posto, secondo i dati di CoinGecko.

Mentre OM sta cercando di riprendersi, gli investitori stanno esplorando altri progetti, come le migliori presale. Uno di questi è BEST, il token nativo di Best Wallet. Il progetto ha già raccolto più di 11 milioni di dollari.
Il nuovo wallet Web3 offre diverse funzionalità come Best Dex, un aggregatore DEX che ottimizza gli swap e “Upcoming Tokens” che permette di accedere alle nuove criptovalute in fase di prevendita. La sua community è in crescita e conta già centinaia di migliaia di utenti in tutto il mondo.
Per saperne di più sul progetto, è possibile visitare il sito ufficiale di Best Wallet.
Detto questo, ricordiamo di fare sempre le proprie ricerche. Questo articolo è a scopo puramente informativo e non deve essere considerato una consulenza finanziaria.