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I mercati crypto si avviano verso quella che potrebbe essere una settimana macro decisiva, con potenziali effetti di lungo periodo. “Questa settimana potrebbe ridisegnare tutto per la Fed e per i mercati”, ha avvertito l’account @_Investinq in un thread del weekend che ha elencato una fitta serie di catalizzatori macroeconomici statunitensi in arrivo tra martedì e venerdì.
Sebbene i post non riguardassero direttamente le criptovalute, la catena di eventi descritta—revisioni sul mercato del lavoro, dati su inflazione all’ingrosso e al consumo, richieste di sussidi di disoccupazione, scorte energetiche e aspettative dei consumatori—coincide quasi perfettamente con i principali driver di dollaro USA e rendimenti dei Treasury. Due leve macro che, a loro volta, sono tra i fattori che più muovono gli asset digitali: storicamente, Bitcoin tende a muoversi in modo inverso sia rispetto al dollaro che ai rendimenti reali.
Allerta volatilità crypto: arriva la settimana cruciale per la Fed
La settimana si apre con un martedì ad alta rilevanza: il 9 settembre alle 10:00 ET il Bureau of Labor Statistics pubblicherà la revisione preliminare ai payroll di marzo 2025 insieme al QCEW. Si tratta della verifica annuale che confronta i dati occupazionali ufficiali con i registri fiscali delle assicurazioni contro la disoccupazione (che coprono oltre il 95% dei posti di lavoro).
Il BLS ha già segnalato la tempistica; vari centri di ricerca hanno preparato i mercati a una revisione al ribasso significativa. Goldman Sachs stima un taglio tra 550.000 e 950.000 posti di lavoro per i 12 mesi fino a marzo 2025—potenzialmente la correzione annuale più grande dal 2010. Un quadro che ricorda la revisione preliminare di marzo 2024, quando furono sottratti 818.000 posti ai dati precedenti, la più ampia riduzione dalla Grande Crisi Finanziaria.
Per il mondo crypto, una revisione al ribasso sostanziosa rafforzerebbe la narrativa del “rallentamento della crescita”, spingendo le scommesse su tagli dei tassi alla riunione FOMC di settembre. Storicamente, questo contesto si è associato a un dollaro più debole e a maggiore liquidità cross-asset, condizioni favorevoli per Bitcoin e criptovalute.
Mercoledì: inflazione alla produzione ed energia
Mercoledì mattina arriva il dato sull’inflazione all’ingrosso (PPI). A luglio, l’indice dei prezzi alla produzione era accelerato a +0,9% m/m e +3,3% y/y, con i beni in rialzo dello 0,7% e i servizi dell’1,1%. Particolarmente rilevante un balzo del +39% dei prezzi di frutta e verdura, insieme ai rincari nei servizi finanziari, alberghieri e nei voli aerei.
Il core PPI (esclusi alimentari ed energia) è salito dello 0,9% m/m e del 3,7% y/y; il “trimmed core” (esclusi anche i servizi commerciali) +0,6% m/m e +2,8% y/y. “Sia beni che servizi corrono, rendendo difficile per la Fed ignorare l’inflazione”, ha avvertito @_Investinq.
Un dato PPI ancora forte rafforzerebbe dollaro e rendimenti, pesando sugli asset più sensibili ai tassi—tra cui le crypto. Un rallentamento, invece, allevierebbe la pressione. L’uscita è prevista mercoledì 10 settembre alle 8:30 ET.
Sempre mercoledì, alle 10:30 ET, l’EIA pubblicherà il Weekly Petroleum Status Report. Cali delle scorte tendono a spingere in alto il petrolio, con riflessi diretti sull’inflazione headline e indiretti sul core. Anche questo, pur non essendo un dato crypto-specifico, influenza le aspettative inflazionistiche e quindi i rendimenti reali, variabili chiave per Bitcoin.
Giovedì: il dato più atteso, il CPI
Il momento clou sarà giovedì con il Consumer Price Index (CPI), ultimo dato sull’inflazione prima del meeting Fed del 16–17 settembre. A luglio, il CPI headline era salito dello 0,2% m/m e del 2,7% y/y, mentre il core era aumentato al 3,1% y/y dal 2,9%. Categorie rigide come affitti, sanità, tempo libero e assicurazioni auto hanno compensato l’energia più economica.
“È l’ultimo dato sull’inflazione prima del meeting di settembre”, ha ricordato @_Investinq. Il CPI di agosto uscirà giovedì 11 settembre alle 8:30 ET.
- Un dato più debole del previsto rafforzerebbe lo scenario per un taglio più ampio dei tassi, con un dollaro più debole e rendimenti più piatti—storicamente positivo per Bitcoin e altcoin.
- Un dato più alto del previsto, soprattutto nei servizi, potrebbe invece frenare la reazione “dovish” della Fed, pesando sulle crypto, in particolare sugli altcoin.
Sempre giovedì, alle 8:30 ET, usciranno anche le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, un indicatore ad alta frequenza dello stato del mercato del lavoro.
Venerdì: fiducia dei consumatori e aspettative di inflazione
La settimana si chiude venerdì alle 10:00 ET con la pubblicazione dei dati preliminari di settembre dell’Università del Michigan su sentiment e aspettative di inflazione. Ad agosto, il sentiment era sceso a 58,2 da 61,7, mentre le aspettative di inflazione a 1 anno erano salite al 4,8% dal 4,5%: una “combinazione tossica” di umore più debole e aspettative più alte, come definito dal thread.
La Fed osserva queste aspettative con attenzione, poiché tendono a condizionare dinamiche salariali e di prezzo. Per le crypto, aspettative di inflazione più alte possono essere un’arma a doppio taglio: nel breve pesano tramite rendimenti e dollaro più forti, ma in contesti di forte “risk-off” hanno coinciso con flussi verso Bitcoin e oro come coperture anti-deprezzamento.
L’ombra dell’FOMC sulle crypto
Tutti questi dati arriveranno nella finestra di silenzio stampa della Fed che precede la riunione di settembre. Dopo il recente report occupazionale deludente (payroll +22.000, disoccupazione al 4,3%), varie banche hanno iniziato a prezzare un taglio, con il dibattito aperto tra 25 e 50 punti base, a seconda del percorso di CPI e PPI di questa settimana.
Come ha scritto @_Investinq: “Una variazione di un decimale qui può spostare trilioni”. Dal punto di vista crypto, la distinzione è cruciale:
- Un taglio standard di 25 bps con inflazione sotto controllo indebolirebbe moderatamente il dollaro, sostenendo Bitcoin e altcoin.
- Un taglio a sorpresa di 50 bps dopo una revisione forte al ribasso dei dati occupazionali sottolineerebbe i rischi di crescita e potrebbe appiattire la curva dei rendimenti.
Il quadro immediato appare dunque binario per gli asset crypto.
- Se la revisione di martedì sarà ampia e il CPI di giovedì “raffreddato”, il binomio “USD down / yields down” potrebbe rilanciare gli afflussi nei fondi crypto.
- Se invece PPI e CPI usciranno “caldi”, il dollaro si rafforzerebbe, i rendimenti salirebbero, e la pressione ricadrebbe soprattutto sugli altcoin a più alta volatilità, mentre Bitcoin troverebbe un parziale sostegno nella domanda di ETF spot.
Come ha riassunto @_Investinq: “Questa settimana non è solo dati, è l’ultima occhiata della Fed prima di settembre… e i mercati reagiranno a ogni decimale”.
