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L’instabilità economica ha spinto l’uso della stablecoin USDT di Tether, che viene vista come un rifugio sicuro dagli investitori di tutto il mondo. La base utenti dell’azienda è aumentata del 13%.
Il CEO di Tether, Paolo Ardoino, ha celebrato il traguardo ieri, pubblicando un meme dei Simpson. L’immagine raffigura USDT come caffè che viene versato nella tazza di Lisa Simpson, a simboleggiare l’aumento dei depositi della stablecoin nei wallet degli utenti.

Il mese scorso, il CEO di Tether ha annunciato che la stablecoin ha superato i 400 milioni di utenti a livello globale, ma non ha ancora fornito dettagli sul numero preciso di utenti per il primo trimestre dell’anno.
Attualmente, Tether continua a dominare come il maggiore emittente di stablecoin, con una capitalizzazione di mercato di 144 miliardi di dollari. Si trova al terzo posto nella classica, subito dietro Bitcoin ed Ethereum.
Il suo principale rivale, Circle, è al settimo posto con una capitalizzazione di mercato di 60 miliardi di dollari.
Tether sta per lanciare una stablecoin per il mercato statunitese?
Tether ha saputo attrarre chi cerca di diversificare lontano dai tradizionali sistemi finanziari, mantenendo il peg 1:1 al dollaro, soprattutto in tempi di instabilità economica.
A scatenare l’incertezza sono stati i dazi di Donald Trump, sui prodotti che entrano nel paese. Successivamente, il tycoon ha annunciato una pausa di 90 giorni sui dazi per i paesi disposti a negoziare.
La maggior parte dei paesi è soggetta a una tariffa ridotta del 10%, mentre la Cina deve affrontare un aumento del 145%.
Per questo motivo molti utenti si sono rifugiati nelle stablecoin, dato che mantengono un valore stabile rispetto agli altri asset crypto e quindi sono considerate più sicure durante i periodi di forte volatilità.
Intanto, visto il cambiamento normativo in America, la società sta valutando di lanciare una stablecoin specifica per il mercato statunitense: un token nazionale da utilizzare come valuta di regolamento. Al momento, Tether ha in circolazione 144 miliardi di dollari in token, ma non accetta clienti negli Stati Uniti.
Tether diventa la sesta balena di Bitcoin e punta sul mining
Durante il recente calo della crypto di maggior valore, anche Tether si è unita ai grandi player del mercato. Dopo gli acquisti di Strategy, GameStop e Metaplanet, la società ha deciso di aumentare le sue riserve, diventando il sesto detentore al mondo di Bitcoin.
Recentemente la società degli italiani Paolo Ardoino e Giancarlo Devasini ha dichiarato di voler impegnarsi maggiormente nel mining di Bitcoin per sostenere la decentralizzazione, la trasparenza e la resistenza alla censura.
Nel suo ultimo post, ha dichiarato che intende implementare sia gli hash rate esistenti che quelli futuri su OCEAN, un mining pool creato dallo sviluppatore di Bitcoin, Luke Dashjr. OCEAN sfrutta il protocollo open source DATUM, che permette ai miner di creare i propri modelli di blocco, riducendo la dipendenza da intermediari centralizzati e potenziando la resistenza alla censura.
Ardoino ha scritto:
“Come azienda impegnata nella libertà finanziaria e nell’open source, crediamo che supportare la decentralizzazione nel mining di Bitcoin sia cruciale per l’integrità a lungo termine della blockchain”.
Tether punta a implementare il DATUM Gateway di OCEAN in tutte le sue operazioni di mining, inclusi mercati svantaggiati come alcune regioni dell’Africa.
La trasparenza rimane ancora un problema per Tether
Anche se Tether ha recentemente festeggiato la sua crescita, le cose non sono del tutto perfette. L’azienda deve ancora affrontare un esame severo riguardo alla sua reticenza nell’affrontare le preoccupazioni sulle riserve, una situazione che ha portato al delisting di USDT dai più grandi exchange europei.
Inoltre sono emerse preoccupazioni riguardo all’uso improprio della stablecoin per il riciclaggio di denaro. Secondo un report pubblicato da The Global Times, nove persone in Cina sono state condannate a pene detentive e multe per il loro coinvolgimento in un sistema di frode nelle telecomunicazioni che mirava agli utenti indiani.
Hanno truffato 66.800 persone, sottraendo 517 milioni di rupie indiane (circa 6,2 milioni di dollari), utilizzando identità false e piattaforme di investimento fasulle. L’unità speciale delle forze dell’ordine indiana, la Special Task Force (STF), ha scoperto che i truffatori impiegavano un processo di riciclaggio a più livelli, con conti bancari indiani e wallet crypto. Convertivano i fondi in Tether e li inviavano a wallet cinesi.
L’analisi on-chain ha rivelato che i truffatori usavano tecniche di smurfing, suddividendo grandi transazioni in operazioni più piccole per eludere i controlli. Inoltre ricorrevano a piattaforme peer-to-peer per convertire le crypto in valuta fiat.
Le forze dell’ordine hanno già congelato diversi wallet, ma ancora non hanno determinato il totale dei fondi.
Gli investitori si rifugiano nelle stablecoin e nei progetti in prevendita
Durante la forte volatilità di mercato, gli investitori, oltre a rifugiarsi nelle stablecoin, hanno puntato anche sui progetti in fase di prevendita.
Solaxy continua a catturare l’interesse grazie alla sua proposta innovativa. La prevendita ha recentemente superato i 30 milioni di dollari. Il progetto sta sviluppando un nuovo layer 2 che affronta efficacemente le problematiche di Solana, come congestione e transazioni fallite, durante i picchi di attività.
Il token nativo, SOLX, gira sia sulla chain di Solana che in quella di Ethereum. Gli utenti possono anche metterlo in staking per ottenere un reddito passivo. Al momento l’APY è del 134%.
Per maggiori informazioni sul progetto, è possibile visitare il sito ufficiale di Solaxy.
Ricordiamo di fare sempre le proprie ricerche. Questo articolo è a scopo puramente informativo e non deve essere considerato una consulenza finanziaria.